Inauguration Day: neanche gli outfit sono lasciati al caso

“È il giorno dell’America, della democrazia e della speranza. Dobbiamo combattere tutti insieme contro il virus e contro il terrorismo e vinceremo entrambe le sfide. Serve unità”.

Ieri Joe Biden è diventato ieri presidente degli Stati Uniti d’America, al suo fianco Kamala Harris come vice e con il supporto della moglie e First Lady Jill Biden.
C’è un’America nuova che vuole ripartire, dice, e lo vuole fare proprio da queste due parole fondamentali.

«Non siamo avversari, ma vicini, mettiamo insieme le nostre forze, senza unità non c’è progresso, non c’è vittoria, c’è soltanto rabbia. Non ripeteremo l’errore, ascoltiamoci, guardiamo l’altro, rispettiamolo. Non ci servono guerre, non ci servono armi. Dobbiamo abbracciare le altre culture. L’America è migliore di quello che vediamo in questi giorni. Sarò il presidente di tutti gli americani e combatterò anche per quelli che non mi hanno votato».

Tutto curato nei minimi dettagli e ala scelta di outfit e colori non è assolutamente lasciata al caso.
Sulla quella scalinata Harris varca una soglia simbolica: è la prima vicepresidente donna; scrive la storia. “Posso essere la prima, ma non sarò l’ultima”. A  suo braccio il primo second gentleman della storia, suo marito Doug Emhoff.

Il suo abbigliamento è una scelta politica. Ha scelto il colore viola, diventato chiaramente filo conduttore cromatico della cerimonia, e per un’ottima ragione: storicamente è un simbolo di bipartitismo.

È la tinta dell’unità, un modo chiaro per confermare l’intenzione della nuova amministrazione di riunire il Paese. Il viola nasce dall’unione di rosso e blu, i colori di democratici e repubblicani. E quindi non a caso è stato scelto dalle tre donne simbolo della cerimonia in un gesto di sorellanza.

Lo stesso ha fatto Jill Biden, optando però per un blu oceano, di Markarian, il brand della stilista americana Alexandra O’Neil, i cui capi prodotti sono realizzati su misura.

Per quanto riguarda la nostra Kamala, il suo stilista è Cristopher John Rogers, giovane nero della Louisiana. Due anni fa la sua sfilata d’esordio in una galleria vuota nella Chinatown di New York, ieri un disegno messo al centro del mondo.

Tutta la cerimonia è un omaggio, forse più che al presidente eletto, alla sequenza di donne alla prima volta. La prima latina alla Corte Suprema le legge il giuramento. La prima afroamericana capitano dei vigili del fuoco promette fedeltà alla bandiera.

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